RISULTATO FINALE:Daverio 67 – Costamasnaga 77
Chi erano mai questi Beatles?
Immaginate di essere Ringo Starr e George Harrison ed avere come compagni John Lennon e Paul McCartney. Paul, così geniale da comporre Eleanor Rigby, 8 archi e nessun altro strumento, a 24 anni. Agli occhi di tutti, due prime punte e due giocatori di ruolo.
George pubblicò nel Novembre del 1970 All Things Must Pass, il suo terzo disco solista. Fu un successo di critica e di vendite, diventando l’album di un ex-Beatle a vendere di più. Il mondo si accorse di averlo sottovalutato.
George, John, Paul e Ringo, tra mille litigate, gelosie e donne sapevano giocare assieme. Almeno fino al 1970. Ma questa è un’altra storia.
Mi permetto di riprendere le parole di un giornalista varesino: la pallacanestro non è tennis, quindi prima di tutto devi saper giocare con gli altri. Altrimenti, per quanta qualità tecnica puoi avere, sei disfunzionale ai compagni.
22/51 da 2
7/31 da 3
5/11 ai tiri liberi
Potrebbero bastare queste cifre a spiegare la partita (mentre scrivo faccio fatica a digitare il termine p-a-r-t-i-t-a)? In parte.
Prendiamo i tiri liberi. Solo tre giocatori si sono presentati alla linea del tiro libero. Uno ha tirato 8 liberi. 9 giocatori zero.
Poca, pochissima intensità. Poca armonia.
Concessi 77 punti. Costamasnaga ne aveva segnati 103 in due partite.
Devi saper giocare con gli altri, in attacco, in difesa.
Primo quarto: 24 a 18 Daverio. Si vede una squadra con tanti pregi ed alcuni difetti che saranno fatali: tagliafuori, passaggi sbagliati, difesa in transizione.
Secondo quarto: I Rams incrementano i difetti. C’è chi decide che la carriera solista sia migliore della carriera in un gruppo.
Nessun ex-Beatle riuscì da solo ad eguagliare la grandezza dei Fab 4.
Si segnano 8 punti e se ne prendono 19. C’è chi chiama uno schema e poi se ne frega. C’è chi sente uno schema e poi se ne frega. C’è chi non chiama uno schema. Ci sono tanti, troppi che pensano a se stessi. C’è chi passa la palla direttamente alle maglie biancorosse. Ci sono troppi chi.
Intervallo: vola un tavolo nello spogliatoio ma sopravvivono tutti.
Terzo quarto: nessuna reazione. Anzi, Costamasnaga, giustamente e meritatamente, continua a macinare pallacanestro. E’ sempre bene ricordare che si tratterebbe di pallacanestro, non di una serata per cuori solitari. Di Marco, MVP, è imprendibile. Così imprendibile che quando decide di entrare in area, si aprono le porte. Sarà stato il dress code, adeguato all’occasione.
Quarto quarto: finalmente si vede una reazione. Disordinata, more solito. C’è persino una palla per il meno quattro. Correttamente (contiene moltissima ironia) si sceglie il tiro da tre, una certezza al contrario, dato che la probabilità che la palla non entri è pari al 77,42 per cento.
Costamasnaga vince la prima partita. In 8. Ripetizione: giustamente e meritatamente.
Qualche anno fa ho letto “The Book of Basketball” di Bill Simmons, nel quale dici che “Il segreto della pallacanestro è che non riguarda la pallacanestro”. Se dovessi scegliere tra una squadra di grande talento ma senza chimica nello spogliatoio e una con talento medio ma grande chimica, quale sceglieresti per vincere un titolo?
“La grande chimica di squadra, per come la vedo io, vincerà sempre su una squadra talentuosa che non ha chimica di squadra. La pallacanestro è un gioco in cui bisogna lavorare assieme, in cui bisogna avere fiducia, in cui bisogna credere in quello che stai facendo in campo, e poi devi essere in grado di eseguirlo. E se non hai buona chimica di squadra e fiducia nella tua relazione con i compagni di squadra, finirà che gli avversari se ne approfitteranno. Non importa quanto talento hai dal punto di vista individuale: la pallacanestro è uno sport di squadra ed è vinto da grandi squadre”
Isiah Thomas – 2 volte vincitore del campionato NBA con i Detroit Pistons, una volta vincitore del campionato NCAA con gli Indiana Hoosiers
(articolo di Massimiliano Frontini)
TABELLINI DAVERIO RAMS: Collina 18, Mourtadi 15, Casiani 10, Larghi 6, Pignataro 5, Schifano 5, Lavarda 4, Dall’asta 2, Vono, Stuani, Schiavini.